mercoledì 30 aprile 2008

trail des balcons d’azur_dario tartari

Non ho la stoffa del narratore come alcuni di voi, ma la giornata lavorativa per ora insolitamente tranquilla mi permette un resoconto del Trail des balcons d’Azur.Mi era stato segnalato da un collega, Enzo, che ogni tanto trascorre qualche giorno di vacanza vicino a Cannes: cerco le solite info sul sito dedicato e via, parto solo alla volta di Theoule sur Mer (10 km dopo Cannes), armato di tutto quanto un trailer deve avere, compreso sacco a pelo per una notte in macchina; appena prima della partenza però telefono ad Andrea (Vallese66) e con lui mi accordo per ritrovarci verso le 17.00 al porto dell’ameno paesino francese, per poi eventualmente cercare una camera e passare la serata in compagnia.Dopo 4h 30’ di viaggio non stop scopro quanto Theoule sia proprio carino, inserito in una piccola insenatura, qualche turista in spiaggia, costruzioni abbastanza in sintonia con il paesaggio che già indica un anticipo di ciò che scopriremo; la placidità del mare dona una tranquillità che io e Andrea apprezziamo davvero, seduti al tavolino del bar sul mare a gustarci una birrettina.Troviamo poi una camera nell’unico residence-hotel-pensione disponibile, invero un poco troppo caro per il mio standard, ma oggi va bene così...mi concedo anche un bagnettino rilassante nella piscina del residence; passiamo la serata cenando e passeggiando sul lungomare....lo so, queste cose romantiche si fanno in un altro contesto, ma.....sarà lo spirito trail!!Sveglia di buon’ora, alle 05.00, i preparativi e i riti propiziatori (no macumbe) hanno la loro importanza; siamo ormai nello spazio antistante la zona partenza, osserviamo gli altri partecipanti alla ricerca di singolarità (e ce ne sono, eccome) e di avatar conosciuti.....ecco che vedo materializzarsi l’avatar di icoppi (Ivan) con Beatrice e altri suoi amici partecipanti; due parole e via.....partenza in spiaggia con tanta voglia di scoprire, in più la certezza che sarà il sole ad accompagnare la nostra avventura.Dopo pochissimo intravedo Enzo che osserva la fila passare: lui parteciperà alla 30 km che partirà di lì a un’ora, un bel cinque volante mi riempie di buon umore; io e Andrea procediamo assieme, cercando nel ritmo regolarità e prudenza, ma siamo comunque preda della “Mudandite”.....ci vuole tempo per carburare, assestarsi.Più saliamo e più il paesaggio si espande, ecco che ora inizia a regalarci qualche perla: la Costa Azzurra inizia a scoprire i suoi veli, le sue insenature nascoste; sentiamo qualche voce italiana dietro di noi, afferriamo un “ Reunion in 39 h”.....kaiser, ci vuole un tappeto rosso.....ecco chi è...Galletto dal biellese, noto ultratrailer coi fiocchi già incontrato alla Saintelyon, alla sua prima uscita stagionale.Faccio notare ad Andrea che stiamo andando tranquilli e prudenti si, ma forse non troppo....invece ok così, Galletto se ne va avanti, assieme a Marco, amico genovese di Andrea; la prima discesa è tecnica, lenta perchè ripida su pietrame e radici, poi inizia un tratto in costa-cresta anche con qualche roccetta, dal quale possiamo sempre più ammirare il contrasto tra le rosse rocce dell’Esterel, il verde intenso della macchia mediterranea e l’azzurro-blu del mare.Ora siamo ben carburati, è un vero piacere procedere, tant’è che inizio a concedermi qualche foto e qualche filmato “in corsa”; Ivan, dove sei? Ah sì, era già avanti a noi, ecco che ogni tanto lo intravediamo in lontananza e lo incrociamo quando il percorso compie un anello di passaggio sulla spiaggia.Si riprende a salire verso il Corno Rosso (lo è davvero), la salita è regolare, non ripida, il sentiero irrompe nella macchia; siamo felici perchè pervasi dal profumo dei fiori e degli arbusti, gli stessi che ci feriscono graffiandoci le gambe e le braccia.Andrea, che alto non è, si è sbucciato la pelata su un bel ramo...purtroppo la probabilità di centrarne qualcuno è alta: dal Corno Rosso parte un traverso spettacolare di 1 km circa, per me il momento più bello di questo trail: riusciamo a vedere tutto il massiccio dell’Esterel e dall’alto a godere di km e km di Costa Azzurra....sembra di volare....che emozione poter essere lì, in quel momento: le emozioni non finiscono, ci sorpassa proprio in quel tratto una ragazza giovane, direi proprio carina, con due gambe bellissime e un fondoschiena da spaccarci le noci....che giornata!!!!La discesa anche qui è tecnica, piuttosto lenta, il pietrame mette a dura prova la nostra attenzione e i nostri poveri piedini; arriviamo al ristoro (sono previste solamente acqua naturale e coca cola, no cibi solidi) e decidiamo per un primo spuntino delle nostre cibarie da zainetto: parmigiano-reggiano, tuc, insomma qualcosa di salato.Ripartiamo per la parte più veloce del percorso: un bel “trasferimento” verso l’interno del massiccio, qualche km pianeggiante su piacevole piccolo sterrato, poi ancora salita dove raggiungiamo Ivan, alle prese con una caviglia un po’ sofferente; insieme ridiscendiamo uno sterrato lungo e veloce che ci porta sino all’attraversamento di un piccolo ruscello.Ci rinfreschiamo (già, il sole inizia a picchiare duro) e saliamo la porzione di percorso che ci porterà al punto più alto: la salita è abbastanza ripida, il terreno mai comodo, ma andiamo bene, regolari, tant’è che continuiamo a sorpassare e mai ad essere sorpassati, sino ad arrivare ad un ristoro non previsto al 33° km.Rapido consulto, vediamo un po’ di ombra......pausa pranzo; ci fermiamo una decina di minuti e ne approfitto per cambiare maglia e fascia, ormai zuppe di sudore; ripartiamo in salita forse un po’ troppo allegri, visto che abbiamo qualcosa di nuovo nella pancia che attende di essere digerito.Ancora il percorso ci accompagna con bellissimi scorci, voglio distrarmi il più possibile perchè meritano davvero, ma la difficoltà del single track in discesa mi riporta a focalizzare quanto più imminente; attraversiamo i laghetti (per un attimo ho pensato ad un tuffo) e affrontiamo una dolce ma lunga risalita di corsa; continuiamo a riprendere concorrenti, ma ecco che iniziano i primi sintomi di fatica....qualche crampettino mi suggerisce che devo rallentare l’andatura.“Vai Andrea, io devo gestirmi un poco”.....vedo quindi il mio compagno piano piano allontanarsi in salita, ma lo rivedo dopo qualche minuto all’ultimo dei 3 ristori: vorrebbe aspettarmi, ma gli ripeto che dovrò andare lento, desidero che lui si diverta fino in fondo....vai pure, compagno.Siamo circa al 40° km, non forzando riesco a gestire la situazione: da un po’ non vediamo il mare, il rivederlo ora indicherebbe cosa ancora mi aspetta; il percorso ora si fa impegnativo alternando tratti in salita “facile” a tratti in discesa problematici: è ripida, di sassi e terra asciutta, la vegetazione spunta da ogni dove, devo rannicchiarmi continuamente per passare.Guido in discesa un trenino di tre, all’improvviso un grido e un tonfo pesante....il secondo del trenino è incespicato in una radice affiorante ed è caduto sui massi e nei rovi...io e il terzo lo aiutiamo a rialzarsi, è sanguinante per un taglio sulla rotula e per vari graffi, ma è duro e dopo un po’ prosegue come prima.E siamo ormai all’ultima salita, forse 150-200 m di dislivello e all’improvviso, quando mancheranno non più di 300 m alla fine della salita......bam; una improvvisa quanto forte crisi di energie mi costringe prima a rallentare notevolmente, poi a fermarmi completamente, seduto all’ombra; già lo scorso anno mi era capitata una crisi così, durante un allenamento sul Monte Baldo.Cerco di capire come sia meglio comportarmi, cerco lucidità....mi sono rimaste alcune razioni: 1 gel e 1 barretta, ma al solo guardarle mi si chiude lo stomaco, non riesco più nemmeno a bere... l’acqua del camel bag sa di plastica......oggi ho già ingerito 2 gel e 1 barretta, di “schifezze” non sentirei proprio il bisogno, ma devo...devo mangiare qualcosa.Decido quindi di succhiare piano piano il gel, ma che fatica.....passano intanto altri concorrenti: uno di questi guarda il suo GPS e mi dice “courage, 4 km - c’est finie”...io rispondo “mercì, moi aussi” (grazie, anch’io); riesco a ridere dentro di me e ciò mi dà la convinzione di provare a riprendere, piano piano, dopo una sosta di ben 15’.Scollino, vedo sotto di me Theoule vicinissima, ma sul piano non riesco ancora a riprendere la corsa; ecco che mi raggiunge anche Ivan con il suo amico preda dei crampi al 30° km, lo lascio andare dicendogli che non è il caso che mi metta a seguirli; poi però provo la corsa, riesco a tenerla...ecco la discesa, noto stupito che vado bene, i crampi non si ripresentano e riesco a finire più che discretamente, correndo bene tutto il tratto di paese sino al porto.Riesco anche ad arrabbiarmi con due ragazzi maleducati che proprio davanti a me buttano una bottiglia di plastica in mare, ma non posso litigare a parole....qualche gesto eloquente accende altri due trailers già arrivati, ma i due str...i scappano in moto; corro ancora, sino alla spiaggia dove ci attende il tappeto rosso stile “croisette” di Cannes per l’agognato arrivo.Per me poi arrivo piacevolissimo, dato che la famiglia e gli amici del buon Enzo al completo mi incita e mi applaude proprio sotto l’arco gonfiabile: non sapevo, ma avevo la clacque personale che mi attendeva...grazie davvero.Cerco poi Andrea, arrivato quasi mezz’ora prima, ci ritroviamo e decidiamo di passare qualche ora in spiaggia a riposare, onde evitare il Gran Rientro Infernale: la Riviera di Ponente è lunga e trafficata.Stiamo così in spiaggia finchè proprio non c’è più nessuno.....anche Ivan è già andato (in albergo, lui torna l’indomani).....l’abbiamo goduta la giornata, sino in fondo....ma non è finita; Andrea mostra una voracità da applausi a tavola, mentre io riesco solo a bere un the caldo e a sorseggiare una soupe de poisson, insomma un brodo di pesce.....pazienza, mi ripeto, quando lo stomaco chiamerà gli risponderemo.Alle 21.30 partiamo, ognuno per la propria direzione; un arrivederci alla prossima e un’amicizia che è già un bel regalo.Devo ora decidere chi mi accompagnerà a casa, dalle mie donne Ross e Sofia.......Bruce Springsteen è un’ottima compagnia......quando poi attacca Born to run sorrido.

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