tratto da:
http://www.trailrunningitalia.com/storie.htm
97 km e 4734 m. di dislivello… non sono dei numeri sparati a casaccio, ma sono semplicemente i numeri che ha tirato fuori dal cilindro quel fenomeno di atleta di Lorenzo Trincheri nell’organizzare il primo ultra trail sopra i 50 km svolto interamente in Italia. Come si poteva mancare ad una competizione che e’ gia entrata nella storia dell’ultramaratona ?
E così, finita la quotidiana giornata lavorativa, sabato 21 luglio si parte alla volta di Dolcedo (Imperia) e i circostanti monti dove avra’ sede la “ 1° Battaglia Imperiale” ovvero “La Via Marenca, la via che porta al mare”.
Circa 6 ore di viaggio e, arrivati a destinazione, non ci resta altro che aspettare pazientemente, preparando gli ultimi dettagli, la mezzanotte ora di partenza.
Ho vissuto personalmente questa competizione, oltre a essere una vera e propria avventura, come ultimo banco di prova di un certo livello prima di intraprendere il lungo ….. anzi lunghissimo “viaggio” all’Ultra Trail Mont Blanc.
Quattro chiacchiere e una bella mangiata con un pasta party al pesto ed eccoci nel suggestivo borgo della Val Prino, carichi di adrenalina come dei boiler (come dice il buon Luca Zava). Sara’ la sincera amicizia che mi lega al Trik, ma era da tempo che non sentivo le sensazioni che ho provato negli ultimi attimi che precedevano la partenza. Zaini, ghette, berretto, pila frontale accesa (casco allacciato e luci accese anche di giorno !!!) e come un centinaio di cavalli imbizzarriti partiamo.
Qualche passaggio nel suggestivo centro storico di Dolcedo e si lascia la strada per cominciare l’impresa con la "I" maiuscola.
Il primo obiettivo era quello di arrivare al monte Saccarello al 37° km conquistato dopo 6 ore, che con i suoi 2200 m di altitudine era il punto piu’ alto di tutto il percorso.
Tra strade forestali, mulattiere e sentieri piu’ o meno tecnici, il viaggio continuava verso Caserme di Marta (1983 m).
Lunga discesa di 12 km su pietre ed eccomi all’attacco della penultima salita, il monte Ceppo (1627 m).
Il sole già alto cominciava a dare i suoi effetti e dovevo cosi centellinare le mie riverve d'acqua, onde evitare spiacevoli sorprese.
Pensavo costantemente a una Red Bull fresca o alla meno peggio a un’acqua e menta (con acqua naturale !!!!), ma all’orizzonte non vedevo altro che boschi e boschi. Arrivo a valicare il Monte Ceppo con una temperatura infernale e dopo una doccia con tanto di zaino in spalla riparto verso l’ultima asperita’: il Monte Veina a 992 m.
Altra lunga ripida discesa su cemento fino all’abitato di Badalucco ed ecco davanti La Bestia.
Questa ultima salita l’avevo provata in compagnia di Lorenzo a gennaio durante una breve ricognizione del percorso e già si poteva capire la difficolta’ di questi 8 km… affrontati dopo circa 80 km sulle gambe.
Tra lunghi tratti al passo e pochi tratti di corsa (sofferta !!!), un cartello rigenerante che citava “100 metri al Passo Veina – Ristoro“ mi faceva capire che l’impresa era li a pochi passi. Una decina di km su pietraie ed eccomi in solitaria dopo 13 h 09', a completare una delle gare piu’ dure a cui abbia preso parte tra le 150 che ho concluso.
Si dice che nella vita ci sono 10 cose da provare; una e’ guidare una Harley Davidson, una terminare la Marathon Des Sables, la 9 Colli running e... La Via Marenca !!!!!
...per le altre 6 a voi la scelta.
martedì 18 dicembre 2007
la via marenca - 07 - daniele cesconetto
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