giovedì 31 gennaio 2008

maratonina delle arance rosse, scordia - felipeilcid

tratto da http://felipelcid.splinder.com/

Maratonina delle arance rosse, scordia
Il Pepito e la Rossa giunsero a Scordia per accompagnare Felipe e lo zio Nino per la prima mezza maratona del 2008. Il sole illuminava la piana ai piedi della grande montagna incappucciata di neve, facendo sorgere dubbi su quante decine di tonalità di verde esistono in Natura. Gli alberi, portati dagli Arabi mille anni fa, erano carichi di frutti arancio fuori e rossi dentro. Questi alberi venuti da lontano adesso erano di almeno tre verdi differenti: uno scuro scuro da un lato delle foglie che hanno visto già tanto sole, un verde più tenue ma ben deciso sulla lato della foglia che guarda in terra ed infine uno pallido, tenerissimo delle foglie nuove che conquistano il sole dalla sommità della pianta.
A Scordia tutto parla di arance, anche la maratonina, la maglietta celebrativa, il dono all'iscrizione, il dono alla consegna del pettorale. Zio nino, felipe, il pepito e la rossa avevano celebrato le arance già dalla sera prima, quando nella città fondata dai calcidesi quasi tremila anni fa (Leontini), degustando linguine alla arance rosse e il biancomangiare aromatizzato agli agrumi ad iniziar e completar la cena prima della gara. Con lo sfondo di questa piana traboccante del frutto delle esperidi, Scordia si presenta al popolo podista con un circuito fatto di tratti di salite lievi e discese lievi inframmezzate da qualche brandello di pianura.
Non tanti gli iscritti, un po' in più di un centinaio, ma provenienti dai quattro angoli di sicilia e dei più motivati, e con alcuni nomi eccellenti siciliani e marocchini di stanza in sicilia. Mi infilai in gruppetto di cui non conoscevo nessuno, ritmo veramente allegro, la salita del terzo giro mi consigliò prudenza, e mi incollai a gruppetto che ci seguiva da presso. Il quarto giro fu fitto di cambi di ritmo, io e il trapanese non ci tiravamo indietro alla bagarre, se non che il gruppetto si sfaldò e noi proseguimmo a raccattare i cocci del gruppetto precedente sgranatosi a sua volta. Prima di iniziare il quinto giro, il marocchino tutto gambe ci passò per conquistare la prima piazza in un'ora e quattro minuti.
Non ci voltammo neppure indietro, se lui andava forte non non eravamo da meno, infatti un altro coccio del gruppetto della partenza rendeva paga ai cambi di pendenza e di direzione ed era cotto a punto giusto per non tentare nemmeno la reazione al nostro sorpasso. Io e il trapanese l'ultimo mille, anche se di categorie diverse, decidamo di battagliare fino all'ultimo. Lui allunga sul rettilieno opposto all'arrivo appena inizia il basolato. Lo seguo da presso, alla curva stretta a destra, dove inizia la salita, metto in moto i piedi, sorpasso con decisione. La salita la aggredisco con falcate muscolari, ancora curva stretta a sinistra, discesa a tutta e curva a destra per rientrare sul rettilineo dell'arrivo. Allungo ancora per bloccare i numerini che girano al polso sinistro, quando sorvolo la striscia bianca a terra 1.21.58.
Il pepito e la rossa erano lì ad attendere al sole che faceva dimenticare l'aria frizzante. Lo zio nino, l'avevo visto con passo volitivo lungo il percorso ora compariva in fondo al rettilineo dietro un tipo alto con la maglia arancione come le arance. Anche per lui il traguardo fu più vicino di un'ora e mezza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi fa piacere che il mio racconto risulti gradito. Come vedrai sul mio blog ce ne sono parecchi, e la corsa continua...

Anonimo ha detto...

simpatico il racconto, sembra di imergersi in una corsa inseguendo una arancia che conteporaneamenta insegue te, chi avra fatto più fatica l'inseguitore o la lepre...!!
bravo un tempo cosi con sali e scendi continui giro dopo giro non e da tutti.
maurizio

Anonimo ha detto...

maurizio certe volte mi chiedo se mi piaccia di più correre o raccontare di corsa, credo in egual misura (come conferma il blog).
La gara di Scordia è impegnativa, ma molto varia, giornata ottima per una buona prestazione.